Mariarosaria Pignatelli, classe 1971

by Smilz
Mariarosaria Pignatelli

Classe 1971, napoletana, folti capelli ricci e tanta energia da vendere, è così che descriverei Mariarosaria Pignatelli, artista emergente che ultimamente sta facendo breccia nel mondo dell’arte.

Fin da piccola ha sempre lavorato con l’argilla e con la ceramica, frequentando il liceo professionale IPIA “Caselli” e qualificandosi come restauratrice, decoratrice e progettista della ceramica. Durante il suo cammino nel mondo dell’arte, ha capito che riusciva ad esprimere con forme e colori quello che a parole non sapeva dire, non poteva farlo in nessun’altro modo. Successivamente, dopo gli studi, ha aperto un laboratorio in cui vendeva oggettistica in ceramica in stile classico di Capodimonte, nel centro storico di Napoli. Con l’avvento dei figli, ha preferito dedicarsi alla famiglia senza però smettere di modellare e di partecipare a concorsi che non hanno affatto dato esiti negativi.

Durante la pandemia, in una situazione di estremo stress psicologico per il mondo, non si è data per vinta e dentro la sua piccola mansardina ha iniziato a creare le opere che possiamo vedere oggi sui suoi social e sul suo sito internet. Armatasi, quindi, di un blocchetto d’argilla, tanta immaginazione e passione, si è lasciata travolgere dai sentimenti e ha incominciato a modellare senza sosta, creando la linea “Introspezione”, il suo nuovissimo marchio di fabbrica.

Il suo stile? Molto profondo e deciso. Con le sue opere riesce con delicatezza e gentilezza a farsi spazio nei cuori delle persone, che la stanno accogliendo ben volentieri. In fin dei conti, le opere d’arte sono sempre il frutto dell’essere stati in pericolo, dell’essersi spinti, in un’esperienza, fino al limite estremo oltre il quale nessuno può andare. I suoi lavori si distinguono per la rappresentazione della sua immediata percezione delle emozioni. Le linee danno un’impressione di gradevole finezza, senza essere troppo aggressive e i volti delle statue non presentano nessun tipo di tratto identificativo: “Vorrei che le persone, guardando i miei lavori, possano riscoprirsi in loro”, ha affermato Mariarosaria Pignatelli.
Il suo scopo, quindi, è quello di cercare di dare forma agli stati d’animo. Le opere di scultura a tutto tondo si presentano di uno o più colori, ricavati da materiali di originale naturale come minerali, rocce e sabbia, per preservare l’ambiente e per congiungersi maggiormente ad esso.

Grazie alla sua maestria e a questa sua nuova conformazione, è stata vincitrice del premio internazionale “Prisma Art Prize” con “Gioco di luna” nel 2020. Mariarosaria Pignatelli si è lasciata ispirare dalla luna per creare l’opera. Ha immaginato di poterci giocare, un po’ come tutti noi facevamo quando eravamo bambini e ci dicevano che era fatta di formaggio. Lei ha sognato ad occhi aperti e da questa fantasticheria è nata la donna che tiene fra le gambe il satellite di forma quasi sferica della Terra. È adagiata su uno sfondo nero ricavato da minerali scuri e da sabbia nera proveniente dalle belle spiagge dell’Isola d’Elba.

La maggior parte delle statue vede come personaggio principale le donne, individuo che tende a valorizzare in ogni angolazione, per tentare di dar voce a tutte coloro che cercano la loro indipendenza attraverso la carriera, a madri che crescono i propri figli da sole, a ragazze che non vengono trattate con rispetto e a tutte quelle che non smettono mai di lottare per una dignitosa parità.

Simbolo principale di questo concetto, anche se va a discapito del suo nome francese, è sicuramente “Soubrette”. Opera composta da un materiale refrattario di un morbido color caffè, che rappresenta una figura elegante, formosa, con un cappello bianco adagiato sulla testa. È una signora che gode di stima e credito notevole, che ispira riverente fiducia; è in carriera, che ambisce ad inseguire i propri sogni, in un mondo governato unicamente da uomini e in cui le donne non sono proprio viste di buon occhio. Si potrebbe dire che sia una piccola guerriera che lotta con grazia.

Oltre a questo delicato tema, l’artista cerca di mandare sempre dei piccoli messaggi d’affetto, delle benevole e fiduciose esortazioni nascoste fra le sue produzioni.
Stringiti” e “Abbraccio”, entrambe statue in argilla, sono state create nel periodo del lockdown. La prima è un inno all’amore verso sé stessi. La donna ha le gambe al petto e le stringe come per chiudersi in sé, per tranquillizzarsi e per dirsi che, nonostante questo momento di debolezza, ce la farà anche da sola. È adagiata su una lastra di roccia, simbolo di forza e stabilità. Proprio in quel periodo, molti di noi hanno imparato ad accettarsi, si sono conosciuti restando soli negli appartamenti. “Noi siamo le uniche persone che non potranno mai voltarci le spalle” ha spiegato l’artista “Volevo creare qualcosa che desse coraggio. Al mondo non siamo soli, possiamo sempre contare su noi stessi.”

La seconda, invece, dipinta in bianco, vede protagoniste due persone che si dimostrano affetto accogliendosi fra le rispettive braccia. Sono avvinghiate l’una all’altro e non hanno intenzione di lasciarsi andar via. Le linee così sinuose ci descrivono un abbraccio che riesce a far fondere due anime insieme, le rende quasi un tutt’uno. Questo gesto abbatte tutte le possibili barriere che costantemente costruiamo ogni giorno attorno a noi. Insomma, gli abbracci sono il posto perfetto in cui abitare e il linguaggio più alto dell’anima e del corpo.

In sostanza, si potrebbe dire che Mariarosaria Pignatelli sia un artista a tutto tondo poiché fa il suo lavoro al solo piacere di farlo e andando oltre i suoi limiti. In fondo è questo quello che fanno le persone come lei: creano senza sosta, senza dar conto a nessuno.

di Smilz

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